La prima volta; che ebbi noia, avrei voluto avere anche le vertigini, Quella volta; che tornai dal militare, La mia prima figura femminile,che oggi si usa dire: AMORE, avrei voluto che sprofondasse la terra,sotto i miei piedi, la mia ragazza non era più come prima. Così una notte d’incubi, di mattino il letto non voleva lasciarmi andare via, la bocca non volle fare il suo dovere, lo stomaco si era associato al nodo, che si accampato in gola non voleva più mollarmi, la testa solo un’immagine, lei! Il cuore lei e lei finche le stelle spiriti, e lucciole dopo di che svenni.