Carissimo Vito e ovviamente mi rivolgo anche a tutta l'equipe, vorrei ringraziarvi per il vostro adempimento nel fare di un sogno una realtà. Un risultato cosi non lo avevo mai immaginato e posso garantirvi che siete riusciti a colpire nel segno oltre le mie aspettative, ma non solamente con il vostro operato, bensi con i consigli, le attenzioni e il cercare di capire l'anima dello scrittore. Sono sicuro che la vostra missione sarà apprezzata da tutti, perché fa parte anche della vostra anima. Ancora grazie di cuore (esattamente come sulla mia copertina di "Un filo d'anima". Antonio GOFFREDO
"Antonio Goffredo vede il giorno una domenica mattina del 1970, più precisamente l’8 marzo - quasi come un segno destinato a farsi ricordare - a Ventimiglia, città di frontiera dove le culture si miscelano non solo tra nord e sud, bensì anche con quelle della Francia vicina. Antonio si ritiene un ragazzo privilegiato, uno di quei ragazzi che ha conosciuto la libertà di giocare in strada o nelle piazze, condividendo con altri ragazzi divertimenti, idee, sogni. Ed è proprio uno di quei sogni, riposti nel cassetto, che tornando a galla gli dà la voglia di scrivere ciò che la sua anima sente. Inizia a scrivere dei testi, che grazie a sua figlia Mélanie Tania riescono a trasformarsi in canzoni, i quali cercano di trasportare un po’ tutti coloro che hanno vissuto una giovinezza simile. Ma la sua anima continua a dettare e non può fare a meno di scrivere poemi in rima, creando un sentimento talmente profondo in lui che man mano lo trasporta, riuscendo ad avvicinare il cuore dei suoi lettori.