Mi chiamo Daniele e nasco da una famiglia semplice e forte, la definirei “resistente agli urti”. Trasferito all’età di tre anni in un piccolo paese della Lombardia, rimango affascinato dai silenzi e dai profumi della campagna. L’ambiente influisce profondamente sulla mia parte intima e nascosta, al punto di smuovere un insaziabile desiderio di descrivere e raccontare ciò che spesso non appare agli occhi. La scuola ha rappresentato una parentesi non priva di fastidiosi ostacoli, dove la matematica ha avuto un costante combattimento con i temi liberi. Nell’adolescenza mi trasferisco in città e presto inizia il mio ingresso nella società. Lavoro nel settore della programmazione e nulla può risultare più distante da ciò che racconto e sono. Oggi sono padre di due splendidi figli e marito di Elena, colei che condivide anche i miei pensieri. Scrivo perché la storia merita voce, pronuncio discorsi in pubblico perché possano passare dagli occhi al cuore delle persone. Le mie parole sono mattoni, pesanti quando voglio e certezze quando posso.