L’Autore, funzionario pubblico emerito, è stato addetto a controlli ispettivi, attività che gli ha consentito di affinare quell’indole investigativa tesa alla ricerca della verità, che è propria del suo carattere. Egli, infatti, ha voluto porre a base della sua vita e delle sue esperienze un suo personale principio filosofico che ama esprimere con la seguente frase di sua ispirazione, alla quale tiene molto, che riassume ogni suo comportamento: “Ho fatto della ragione la mia sola ragione di vita”. Perciò non si è mai fidato delle apparenze, dei racconti e delle favole assunte come verità di fede da intere popolazioni, delle bugiarde dottrine insegnate da sètte religiose, dei falsi proclami demagogici di politicanti che sollecitano i peggiori istinti di masse ignoranti, suddite e asservite. Ed è proprio la sua logica, dai ragionamenti stringenti e matematici, che egli ha voluto trasfondere in questo libro, per interpretare e analizzare attraverso di essa, con assoluta fedeltà ai testi, i racconti fantasiosi e fantasmagorici che caratterizzano tutte le religioni praticate nel mondo, senza farsi fuorviare dalle ottuse credenze mitologiche di cui esse sono intrise. Seguendo questo metodo di indagine, l’Autore ha tratto le proprie personali conclusioni che lo hanno portato ad affermare che credere in una fede religiosa è un atto di stupidità e un incredibile e assurdo sacrificium intellectus al quale i fedeli si immolano insensatamente e incomprensibilmente. Le religioni, continua, costituiscono tutte indistintamente pur nelle numerose variabili con le quali si presentano, una vena di pazzia del genere umano, un cancro che affligge l’umanità della quale hanno sempre condizionato la pacifica convivenza fra gli stati, rallentato il progresso e, addirittura, minacciato la sua esistenza a motivo delle rivalità che si generano fra di esse, delle repressioni, delle intolleranze, delle guerre e delle feroci stragi che da sempre si infliggono reciprocamente. Senza dire delle terribili pratiche dei sacrifici umani che per secoli hanno insanguinato i loro insegnamenti assassini. La religione, conclude infine l’Autore in questa sua opera, è l’oscurantismo del pensiero, è il blocco della evoluzione che si nutre esclusivamente di ignoranza e risulta dimostrato che senza di essa l’umanità avrebbe raggiunto più elevati livelli di conquiste civili, sociali e scientifiche, alleviando anziché aggravarle come invece è avvenuto, le condizioni di vita degli esseri umani. A conforto di questa sua tesi egli ha fatto suo un aforisma di Arthur Schopenhauer il quale sosteneva che “Le religioni sono come le lucciole che per brillare hanno bisogno dell’oscurità”.