Carissimo Vito, non perché ci conosciamo personalmente ma per il fatto di esserci scambiati cordialmente delle e-mail private, in particolare quella con la quale ti ho annunciato di aver scritto una poesia sulla tua vita, poesia della quale ho avuto l'ispirazione dopo aver visto la tua intervista raccontata sulle telecamere di RAI2. Naturalmente ho gradito la tua risposta e mi ha fatto piacere, a mezzo della mia poesia di aver colto nel segno, in particolare del fatto che ti sei pienamente ritrovato nel significato espresso dalla stessa. Essere riuscito a concentrare in versi ed in rima quello che hai voluto far sapere a tutti per mezzo della televisione, ma sopratutto per il fatto che mi hai scritto di averla molto apprezzata, è stato da me immensamente gradito. Naturalmente, l'invio a te prima della pubblicazione del libro, era sotteso anche ad una sorta di liberatoria da parte tua alla pubblicazione della poesia, dato che parla espressamente di te e ti ringrazio di cuore di averne permesso la divulgazione ed altresì ringrazio sinceramente anche i tuoi validi collaboratori. Sei riuscito a creare un bel gruppo di giovani professionisti, che ha reso possibile a me ed a molti altri, di fa conoscere un libro superando tanti ostacoli e risolvendo diversi problemi di varia natura. Premetto che non sono facile ai complimenti, anche se a volte sarebbe necessario esprimerli, ed in questo caso ho voluto fare un'eccezione per dire ai lettori che pubblicare con la Booksprint è facile, economico ed auspicabile in particolare se si è alla prima esperienza. Un grazie ancora a te ed a tutto il tuo staff per l’impegno profuso e la professionalità. Maurizio Gentili.
"
Maurizio Gentili, per i lettori “Gilenti”, nato a Roma il 17 maggio 1955, si è divertito dai tempi della scuola, a descrivere in versi ed in rima, episodi che hanno attratto la sua attenzione o che sono stati parte di vita vissuta, non sempre sua ma anche di altri e spesso su richiesta. Non segue volutamente uno stile, perché pensa che lo scritto è un qualcosa di personale. Gilenti, dopo la precoce morte del padre ad appena 39 anni, quando ne aveva solo 10, finisce in collegio per sei anni non consecutivi, dove studia e riflette, si diploma e dopo aver frequentato l’università senza terminarla, parte per il militare, tornato, fa un’esperienza di vita all’estero, in Inghilterra per circa tre anni, imparando l’inglese, il francese, lo spagnolo ed il portoghese. Rientrando in Italia vince due concorsi pubblici contemporaneamente, uno lo accetta, e coltiva la speranza di arrivare alla pensione serenamente.