Lorenzo Quaglieri

Mi ritengo fortunato perché alla mia età ho avuto la possibilità di fare molti viaggi. Sono stato nei coffe shop di Amsterdam, ho passeggiato per i vicoli di Praga, suonato la chitarra a Goteborg nella verde Svezia; ho vissuto due mesi tra i palazzi di Londra, ho camminato per una dozzina di giorni tra i mattoni di Dublino, dall’arena sul porto dove ho visto il concerto di Noel Gallagher il mio artista preferito fino alle strade dei pub come Temple bar, passando le notti in un paesino d’Irlanda a un’ora dal grande centro. Ho visto dove il Titanic è approdato a Cork per far salire gli ultimi passeggieri prima del viaggio fatale; ho mangiato dolci sfiziosi in uno dei più sfarzosi hotel di Parigi,  sedendo poi sui bistrot nei boulevard ad assaggiare birre e vini. Ho visto il porto di Barcellona e la mia stanza si affacciava sulle ramblas, ho bevuto birra nelle migliori birrerie di Monaco e passato notti mondane nella capitale Berlino; non dimentico certo la regalità di Vienna e il goulash di Bratislava per poi lasciare spazio alla fine alla cosa più importante, alla patria Italia, da Torino a Verona passando per Milano, poi Firenze e sua maestà Roma. Gioco da vent’anni a calcio nel mio paese. I miei genitori sono musicisti e io ho studiato musica in età adolescenziale per poi adesso essere uno strimpellatore di strumenti nelle feste, in compagnia e nella mia stanza, tra pianoforte e chitarra. Detto questo sul curriculum sono un ingegnere, mi ritengo uno storico dell’arte mancato, un classicista vero. P. S. Amo la mia famiglia, amo la mia vita, amo la vita.