Il romanzo appare al lettore, fin dalle prime pagine, una confessione intima nella quale l’autrice si mette a nudo raccontando le proprie esperienze ed il suo controverso rapporto con l’eroina, che è una sostanza infida poiché capace di sollevare ed in modo repentino far precipitare nel baratro la scrittrice a più riprese. L’autrice passa in rassegna le varie esperienze di vita vissuta, con uno stile semplice, chiaro e diretto che il pubblico avrà la possibilità di seguire ed apprezzare nel corso della lettura. L’autobiografia inizia con un dettagliato racconto della fase iniziale che è possibile riassumere anche come fase delle tenebre in cui la scrittrice si addentra e che segna l’iniziazione alla droga che avverrà alla giovane età di quattordici anni. La seconda fase è possibile sintetizzarla come la fase in cui ha inizio il delirio di onnipotenza o il periodo dell’esistenza in cui l’autrice vive esperienze estreme in cui si perde, totalmente, in seno alle dipendenze dalle droghe, dai soldi facili e dal sesso. Il libro si conclude con la terza fase che è la fase della luce nella quale l’autrice ritrova la speranza e la voglia di costruire grazie al suo percorso in comunità di recupero ed in cui il lettore avverte un senso di rivalsa e di vittoria sulle sostanze stupefacenti e sulla condotta dissoluta ed immorale che aveva segnato in modo quasi indelebile l’anima e l’aspetto esteriore della protagonista. Il romanzo di Sabrina Marchetti è un’autobiografia a cuore aperto in cui la scrittrice trova sempre il coraggio di evidenziare le sue colpe, le sue sconfitte e di confessare le sue cadute.