La grandezza di un solo oceano basterebbe per descrivere l’immensità della gioia di vivere di una ragazza speciale, o del dolore di una madre nel vederla andar via per sempre. Ma se gli oceani sono mille, la gioia di prima e il dolore del dopo non sono quantificabili. Sono infiniti. E Michela Barbangelo riesce a raccontare la sua storia, e quella della splendida Claudia, certamente in maniera toccante. Perché nel suo racconto conosciamo una ragazza che, poco più che ventenne, potrebbe essere stata la compagna di banco dei nostri figli, la nostra nipotina, la ragazzina felice che abita nel nostro quartiere. Nostra figlia. La narrazione che usa Michela Barbangelo è molto scorrevole, e nel racconto degli episodi della sua vita, con l’uso diretto della prima persona, scorrono gli anni e le pagine più significative, senza presagire alcun epilogo: esperienze, viaggi, studi, emozioni, rabbia e amore, amici e parenti. Sogni e illusioni. Gioie. E dolore. E Claudia c’è. In ogni pagina, in ogni rigo, deliziosa, speciale, nella disperata lotta per non abbandonare la vita. Claudia c’è sempre, ancora oggi. Mamma Michela sa raccontare una storia, e il suono di questo debutto letterario è raro: sempre diverso e sempre uguale, come nei libri che non si dimenticano. Lucia de Mari