Il volo …e altri accidenti

Sinceramente parlando, ho sempre trovato gli insegnanti scolastici delle figure poco interessanti: mi è sempre stato difficile percepirli come cittadini comuni aldilà della figura austera che troneggia dietro la cattedra e tantopiù mi è sempre sembrato difficile immaginare i professori vivere una vita normale, come qualsiasi altra persona sul globo terrestre. Se poteste intervistare il me quattordicenne potrebbe descrivere la casa tipica di un professore come un appartamento anonimo, in un quartiere sconosciuto, in cui all'interno non trovereste altro che stanze vuote, tinteggiate di bianco, in cui al centro di un’unica stanza si trova una sedia dove l'insegnante giace ogni qualvolta non si trovi a scuola. In classe, invece, il prof si manifesta come un burattino manovrato da fili invisibili, ventriloquo di un libro di testo, che sembra fatto apposta per annoiare, più che per interessare il giovane pubblico. La Beltra, nome elettivo della qui presente Ilaria Beltrani, però è una di quelle poche, ma strane, creature che siano mai sfuggite a questa mia severa catalogazione. La cosa che più mi stupì della professoressa Beltrani al mio arrivo al liceo Torricelli fu che finalmente avevo davanti a me una persona adulta che capiva il linguaggio dei giovani. Ho sempre trovato molta difficoltà nell'esprimermi con persone provenienti dal mondo dei grandi, non per timidezza o mancanza di parole, ma perchè, per quanto provassi a utilizzare al meglio il linguaggio, di sottofondo è sempre rimasta una sensazione amara di incapacità di comprensione e comunicazione. Io urlavo, ma non riuscivano a sentirmi. Fin dai primi incontri mi accorsi invece che la Beltra ci sentiva benissimo, anzi la sua capacità di comunicare, ascoltare e parlare con noi giovani era del tutto naturale, senza che ella accennasse al minimo sforzo. Rimasi subito affascinato e impaurito da questa creatura che parlava con noi giovani pur avendo esperienza del "mondo adulto". Questa capacità comunicativa la ritroviamo anche in questo libro. Solitamente quando si parla di gita scolastica si pensa a una mandria di scolari indisciplinati portata al pascolo da un gruppetto di sfortunati insegnanti, di cui poi non ci si ricorda nemmeno il nome. La gita è un luogo per studenti. Eppure, anche in questo contesto la Beltra riesce ad uscire fuori dagli schemi: si insinua tra noi e il viaggio diventa un'esperienza collettiva tra il mondo dei teenager e quello di chi teenager lo era un tempo, ma il tutto in maniera molto naturale e armoniosa. La prof, ci ha voluto qui parlare della SUA gita, ma che percepiamo essere anche la NOSTRA, poichè da queste pagine capiamo che le sue emozioni sono le nostre emozioni e che le sue paure sono le nostre paure. Con ciò volevo ringraziare la prof per averci regalato questo bellissimo libro che ci permetterà ogni qual volta lo vorremmo di ripercorrere con la mente quei bellissimi momenti passati tutti insieme. E poi diciamocelo, ma chi c***o che ce l'ha un libro dedicato alle proprie gite?!? Solo noi! Un super abbraccio, Darione

La lettura di questo libro è molto piacevole e divertente. L’ironia che emerge spesso fra le righe rende il testo a volte addirittura comico. Il modo di raccontare, scorrevole e ricco di spunti, mantiene viva l’attenzione del lettore fino all’ultima pagina. Le descrizioni dei personaggi e dei luoghi sono talmente vivaci che sembra di vedere realmente quanto si sta leggendo! Viene voglia di visitare i luoghi descritti ed è confortante e toccante sapere che ci sono docenti che hanno a cuore i ragazzi non solo da un punto di vista scolastico, ma anche umano!

Veramente carino