Siamo nel 1880. Lo scenario è vasto quanto il mondo intero e si svolge nell’arco temporale di un anno. Si parte, infatti, dalle montagne dell’Himalaya per arrivare agli Stati Uniti d’America attraverso il Medio Oriente, la Grecia, l’Italia, la Spagna, il Messico. Il personaggio principale è un personaggio collettivo: si tratta di un gruppo di avventurieri. Al nucleo principale, formato da due bambini, un omino ed un’aquila, si aggregano presto altri personaggi raccolti strada facendo. Numerosi, poi, i personaggi che intersecano la storia; numerosi e di tutti i tipi: animali parlanti, fate, streghe, creature fantastiche, principi e così via. Il motivo del viaggio avventuroso è occasionale. Yan, un bambino dodicenne cinese, ha una sorella malata; viene a sapere da una chiromante che solo una stella ad otto punte può guarire la piccola e allora, all’indomani del Natale decide di mettersi in viaggio per ritrovare le otto punte e ricostruire la stella magica. A Yan si uniscono l’amica Maya, l’omino del villaggio, Masha, a sua volta esperto di arti magiche, ed un’aquila parlante, Rumma. Più avanti incontrano l’europeo Richard, un archeologo che si appassiona alla missione dei piccoli. Il meccanismo del racconto è molto semplice. Gli avventurieri trovano sulla loro strada oggetti e simboli che li rinviano ad altri luoghi .Ciascuna delle otto punte custodisce un enigma che, una volta risolto, porta alla prossima tappa. Si registrano, anche, alcune defezioni, da parte di elementi che durante il periglioso viaggio trovano casa. Alla fine il gruppo riesce a ricostruire la stella a otto punte.