La penna è la mia arma per denunciare le ingiustizie che si possono subire da chi è al di sopra di noi. Quindi nel libro la uso per affrontare alcuni temi di attualità. Come nella lettera a Fausto Bertinotti, che risponde all’ex Presidente della Repubblica Cossiga dicendo “che lui non è violento e che è per la non violenza radicale”, io rispondo: “fino a che punto inizia la violenza nelle manifestazioni politiche o sindacali? Caro Fausto, non violento sì… ma fesso no, anche perché mi si deve spiegare come si concilia il pacifismo integrale con la lotta partigiana che tuttora giustamente difendiamo mentre la destra vuole che la si dimentichi. Perché non vorrei che con la scusa del pacifismo integrale si ferisca la mia dignità di uomo e mi si tolga il diritto a l’autodifesa.” Oppure in un’altra lettera domando: “perché devo pagare la tassa alla tassa del gas?” Oppure, lettera a Giorgio Napolitano, che chiede scusa a nome del popolo Italiano al Papa Tedesco, dico che non può parlare a nome mio in quanto non sono d’accordo. Oppure alle tre confederazioni della CGIL CSL UIL, che si sono fatti fregare dal patronato, con conquiste sindacali ch’erano il futuro dei nostri figli, ma loro si sono fatti ingannare dalla concertazione rimanendo legati ai vari governi. Oppure, oppure…