Un libro di poesie, una raccolta di momenti che potevano diventare solo versi. Complesso dare un nome a macchie nere d’inchiostro, alle lettere mescolate a creare parole, poesie, racconti, ballate: sono solo pensieri alla fine di un uomo,che, una volta sulla carta, cercano di restituire qualcosa, un senso di nausea, il pizzico alla base del collo o lo sbadiglio allargato della noia, una fotografia fulminea. È la vita dell’autore raccolta in un gruppetto di polaroid fatte d’alfabeto, nella sua ricerca dello scatto perfetto, mentre ferma gli attimi di vita che gli passano davanti. Vita quotidiana catturata dalla penna di un poeta del dopolavoro, un operaio con le dita imbrattate d’inchiostro. Il bar, i vizi, le donne e poi, tra i bagliori di questi flash che feriscono l’occhio del lettore curioso, una domanda. Una questione che fa parte della pellicola stessa dell’opera, che la si legge dalle prime righe e che si può cercare o ignorare, ma c’è. Come c’è la risposta, forse contenuta nella domanda, forse spillata nella birra al bancone. Ma l’autore non lo sa e non gli importa. Presentate in una mostra, che non è scomposta, 40 istantanee d’esistenza, da leggere, da bere, a tratti, da gustare.