Questa esperienza letteraria è nata e cresciuta durante la parentesi lavorativa come tassista: l’incontro di un Universo umano composto di mille personaggi, alternato a momenti di solitudine, ha permesso di maturare esperienze composite che hanno affinato percezioni e sentimenti che probabilmente restavano sopiti nel profondo dell’anima. Il tassista è come il confessore (senza voler essere blasfemo!), accade che in pochi minuti si possa condividere con perfetti sconosciuti aspetti e problematiche di vita che i protagonisti mai avrebbero creduto di potere confidare ad alcuno. La parte poetica invece è essenzialmente personale, frutto probabilmente dell’esperienza di scambio con il Mondo conosciuto.