Consigliato ad un pubblico 16+
Sei davanti allo specchio. Ti riconosci? L’immagine riflessa, sei proprio tu? Qualche dubbio sull’autenticità, io, ce l’avrei. Sarebbe quindi opportuno dare “uno sguardo allo specchio”. Questo è ciò che fa il protagonista di questo racconto nelle sue ultime settimane di vita. E se si pensa che si tratta di Sigmund Freud la cosa diventa ancor più intrigante. Alla sua veneranda età, egli, gongolante, continua a lavorare con decoro e professionalità, benintenzionato ad aiutare i suoi pazienti che risultano, però, essere abbastanza inquietanti. La cosa tragica è che muoiono uno alla volta. Inoltre, c’è un misterioso “clandestino” che si rivelerà avere a che fare con la sua sorte. Pur riconoscendone la grandezza, Sigmund Freud è una persona come tante, con le sue inquietudini, i suoi vizi e le sue manie. E la paura della paura della morte. Le debolezze appartengono a ciascuno di noi. Ed esserne consci, aiuta ad accettare sé stessi esattamente come si è. Forse. E accettare di riportare l’equilibrio dopo averlo perso, pronti per un prossimo disequilibrio. Sperabile. Comunque sia, Freud avrebbe avuto proprio bisogno di un buono psicologo.