Partendo dalla mente, l’autore di questo saggio “sui generis” intraprende un viaggio senza biglietto, tra momenti di vita quotidiana, raccolti in capitoli slegati tra di loro, in cui ognuno di noi può trovare la propria essenza, in cui dà libero sfogo ai suoi pensieri. Lo fa con estrema leggerezza e ironia, ma allo stesso tempo toccando corde che per lui sono molto importanti e provate sulla propria pelle. È una sorta di “canale di scarico” di quelle cose che rendono la nostra vita piena e vuota allo stesso tempo. Tocca temi quali la felicità che lui ritiene una “ricercata puttana”, perché essa non viene quando uno desidera, ma sceglie lei il tempo e il modo di arrivare e di andarsene subito dopo, lasciando l’uomo nella maggior parte dei casi desolato e triste e la paternità che prima per lui era una cosa fuori dal mondo e poi lo ha reso l’uomo più felice della Terra, completandolo. Le pagine di questo testo toccano anche la famiglia che secondo lui è importante tanto quella di nascita quanto quella di acquisizione. La sua famiglia ne è un esempio, essendo stata composta prima da sua madre e dai nonni e dagli zii e poi da un padre trovato lontano e anni dopo, ma degno di questo nome che gli ha mostrato il vero significato della parola.