Quando iniziai a leggere Lo Zenith in autunno mi accorsi subito di avere fra le mani un libro che trasmetteva qualcosa di particolare. Immagini soprattutto con colori opachi quasi sfocati che portano il lettore a capire ed a non capire in un percorso dove la trama è ben marcata dall' inizio e soprattutto alla fine, ma con una parte centrale onnivora di picchi emotivi che metterà a dura prova più di un lettore dove lo stesso però avrà l'opportunità di divenire protagonista mettendo quello che a dentro in corrispondenza anzi in sintonia con ogni frase ed ogni particolare che riuscirà a carpire. Io leggendo per ben tre volte l'opera mi sono accorto della cura certosina che a fatto l'autore nel posizionare frasi e concetti nulla è li per caso quasi volesse far trasmettere al lettore di avere fra le mani un grosso ingranaggio di pensieri, un orologio di parole ed emozioni perfettamente sincronizzato. Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi è di indubbia qualità come lo è il realismo estremo dei dialoghi da quelli banali , umoristici ad alcuni veramente trascendentali, mentre i testi che inframmezzano l'opera sono senza ombra di dubbio veramente originali come lo è tutta l'opera. Ma lo Zenith in autunno va soprattutto letto e gustato nel suo surrealismo e nel suo sottopelle assai profondo.
Critica di Tim Dumbar
(Bainbridge 24-09-1956 Inghilterra)
Un Capolavoro, Io e mia moglie abbiamo ritrovato un armonia da tempo smarrita