Queste paginette sono il risultato di una lettura del romanzo italiano come veniva scrivendosi sotto i nostri occhi nel 2008,l’anno nel quale avvengono i fatti cioè le notizie commentate in queste pagine.
Dal semplice cittadino impotente a far valere i propri diritti contro la prepotenza e il sopruso ai più illustri personaggi della repubblica emerge una realtà inquietante e per certi versi irredimibile,non emendabile,perlomeno non dall’alto,con una legge o decreto,espressamente votato. Una realtà i cui tratti più marcati oltre la violenza e l’aggressività immotivate, arbitrarie,sono la confusione,lo smarrimento, ,l’assenza di valori e di un generale quanto elementare senso della vita improntato al rispetto e al riconoscimento degli altri, premessa indispensabile a ogni umana e civile convivenza;la paura che si cela dietro tanti comportamenti aggressivi,la quale a sua volta affonda le radici nell’assenza di un rapporto con la natura che contrasta con la ricerca del profitto, e perciò ritenuto inutile, incompatibile in ultima analisi con la ragione economica che regola i meccanismi e il funzionamento delle nostre società dette moderne ma in realtà più vicine e meglio connotate dal tribalismo che si vorrebbe esclusivo delle società cosi dette arcaiche e ‘selvagge’