Dai sordidi terranei dei vicoli, agli eleganti luoghi frequentati dall’aristocrazia e dalla borghesia napoletana, sospesa tra l’arretratezza del suo sistema politico e sociale e la modernità della cultura illuminista che la pone invece all’avanguardia in Europa, la Napoli della fine del ‘700 con le sue forti contraddizioni è la vera protagonista del romanzo. In questo intricato panorama si muove il marchese Egidio Merolla che dà vita, in un ritmo crescente, ad una storia ricca di colpi di scena, di suspense e di misteriosi incontri, in cui uomini ed eventi sono dominati dalla superstizione e dalla passione. Il re Ferdinando, il perfido capitano di giustizia Ulderico Bonafè, l’affascinante Assunta Scuotto, lo stesso marchese Merolla, così come tutti gli altri personaggi, sembrano sospinti, e a tratti sopraffatti, da quella condizione emotiva che segna il mobile limite tra sacro e profano, tra morale e giustizia, tra cinismo e ragione, tra sogno e realtà in un’alternanza di movenze che vanno dal caricaturale all’ironico, dal drammatico fino alla vera e propria pantomima.