La mia idea è quella di intendere l’intera silloge come l’evoluzione, quindi la crescita di una farfalla che durante il suo volo, nonostante viaggi sempre “CONTRO CORRENTE” (quindi amori impossibili), nonostante incontri amori frivoli (quindi amori frizzanti e dissetanti come bollicine), alla fine riesca ad imbattersi nel suo vero amore. A questo amore così ricercato, così sofferto, ha paura di rivelare i propri sentimenti, le proprie emozioni, quindi scappa, poi ritorna, poi rischia, poi perde... ma alla fine riesce a capire che è il solo che può “DIRSI AMORE”. Solo chi ha saputo riconoscerlo e guardarlo dritto in faccia, sa cosa può “dirsi amore”. Quell’amore che ti toglie il fiato, quello da cui, una volta assaporato, non puoi liberartene; già, è il ricordo stesso del suo sapore inebriante ad annebbiare i sensi, a rendere tutto il resto offuscato, quasi ricoperto da una patina opaca. Mettere a fuoco, allora, risulta quasi impossibile. è quell’armonia impercettibile che, però, nasconde i dettagli di una vita “ingarbugliata, disordinata, contro-corrente”.
veramente molto bello sembra di percepire le sensazioni e le immagini dalle parole che scorrono sulla pagina. Brava Martina
comlimenti bellissimo ...mi sono commossa....