La piccola Doroty vive in un ambiente iper-protetto; i suoi ricchi genitori, infatti, non le permettono di uscire di casa e controllano ogni suo minimo movimento. L’immagine del mondo che ha, pertanto, è estremamente limitata, filtrata dagli ordini imposti principalmente da mamma Chelon. Sin dalle prime pagine il lettore comprende che a guidare le azioni dei genitori di Doroty è un perverso senso di protezione, che isola la piccola protagonista e, a lungo andare, genererà una serie di eventi catastrofici. Il primo fuori programma, che sconvolge inevitabilmente la quieta routine della famiglia, è l’amicizia con Robert. Talmente forte è la voglia di Doroty di essere come gli altri bambini, di uscire a giocare con loro, che un giorno trova il coraggio di sfuggire al controllo dei genitori e della servitù per correre dal ragazzino che vede ogni giorno sotto le finestre di casa sua. Il sentimento che li lega, sebbene abbiano solo undici anni, si trasforma ben presto in amore, il cui frutto sarà un’inaspettata gravidanza. La spirale di dolore innescata da mamma Chelon attraversa le generazioni e colpisce non soltanto Doroty, ma anche la figlia Hanna, con sconvolgimenti inimmaginabili.