Un incontro fortuito in un parco pubblico, complice l’esuberanza di un cucciolo di setter che sfugge al controllo: lui un professore di scienze al liceo, lei la proprietaria del PET. Sembra sortirne un alterco, ma l’incontro si risolve presto in una civile conversazione in cui emergono e si confrontano vivacemente le considerazioni scientifico-razionali del prof e quelle più emozionali della signora, animalista e vegana convinta. Gli incontri - all’inizio casuali nell’inconscio - si ripetono e la conversazione fa emergere la loro storia e la loro cultura, maestri e discenti uno dell’altra. L’atteggiamento confidenziale evolve verso aspetti sempre più personali: le origini e le vicende della famiglia di ciascuno, i matrimoni falliti, il percorso nella psicanalisi, le risorse cui si sono aggrappati per procedere. Di confidenza in confidenza, per i tratti emotivi che il discorso comporta, i due scoprono d’essersi già conosciuti da giovani ai tempi del liceo. La scoperta alimenta un intimo fuoco interiore che, però, rischia di perdersi per la malattia di lei. Ne emergeranno attraverso un intenso dialogo che tocca le corde più tese del vivere odierno, travolto dalla pandemia, dove il “procedere” richiede nuove risorse guardando anche alle aspettative del mondo giovanile, quello attuale e quello riscoperto dentro. La tragedia che travolge l’Ucraina richiede di ripensarsi insieme in un anelito di solidarietà per la popolazione colpita, in una nuova aspettativa di pace.