Il libro di Renato Carvelli prende in analisi la ricerca eterna dell’uomo sui più grandi e irrisolti misteri riguardanti l’esistenza umana in rapporto alla sua relazione con l’universo intero. Ogni essere umano si interroga, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà, per dare un significato al mondo aggrappandosi a più interpretazioni a partire dalle teorie più razionali, passando per la fede in un disegno divino, fino a rifugiarsi in realtà surreali. L’uomo si aggrappa ad alcune dottrine perché in determinati momenti la fede che sfugge al raziocinio sovrasta il potere di ogni logica e la speranza di trovare soluzioni a problemi che turbano la propria quiete prende il sopravvento su ogni forma di sofferenza giungendo alla conclusione che “è meglio vivere un’illusione che una triste realtà”. All’uomo tuttavia non è dato di approdare all’estremo sapere, poiché è stato eternamente soggiogato e respinto in una condizione di schiavitù e affievolimento della propria capacità decisionale. Tuttavia, la sua inaccettabile condizione passiva di abitante dell’universo, lo spinge a divincolarsi da verità scontate allo scopo di inseguire la conoscenza come libero pensatore. Ogni persona ha il dovere di uscire dallo stato di infiacchimento mentale in cui è precipitata e di conservare il libero arbitrio tenendosi esonerata da ogni dogma imposto. Il sapere, di cui l’intera umanità è stata condizionata nei secoli, andrebbe messo in discussione recuperando la necessità della scoperta di nuove verità attraverso la comunicazione e il confronto con altre menti pensanti. Ciò nonostante qualsiasi tentativo e sforzo per soddisfare il primordiale bisogno di ogni umano di darsi delle risposte, di ricercare una verità universale e inseguire la conoscenza, generano in lui un grande stato di ansia insieme ad un senso di soffocamento e turbamento interiore: “alla smania di nuove conoscenze si aggiunge l’incontentabilità della natura umana”. Il vero senso della vita andrebbe ricercato solamente nell’esistere per essa senza proiezioni verso il passato o il futuro in quanto la reale felicità si cela nel presente, nella vivibilità e spendibilità dell’attimo. Il romanzo viene presentato in uno stile semplice e scorrevole con rari e veloci scambi di battute mentre, le più frequenti sequenze narrative, riportano l’alternanza di disquisizioni su verità storiche e scientifiche in cui vengono abilmente incastrate avventure inverosimili che inducono il lettore in profonde riflessioni.