È l’anno 2005. Sofia Pietro, nata e cresciuta in Kosovo, è dottoressa da pochissimo tempo. Di conseguenza diventa famosa nel suo paese. Data ormai la sua notorietà, riceve una proposta politica che accetta con un solo obbiettivo: fare pace con la Serbia ed ottenere l’indipendenza reciproca. Questo ovviamente non viene molto accettato dalle più alte cricche politiche, compresi alcuni membri del suo partito, ma la sua insistenza, determinazione e tenacia, faranno sì che venga scelta come deputata e poi con l’incarico di ministro degli esteri. Da qui inizia il suo faticoso lavoro, che la porterà in giro per tutto il mondo proponendo questo suo obbiettivo. Il suo essere donna ed appartenere a un paese povero fa sì che venga rifiutata da tanti paesi a livello internazionale, ma lei andrà avanti per la sua strada, fino a… Oslo. Questo romanzo è una fotografia di quello che succede agli immigrati e ai clandestini, facendo emergere la tragedia e la non comprensione dei più deboli e dei bisognosi.
NE VALE LA PENA LEGGERE Questo romanzo è la fotografia di quello che succede agli immigrati e ai clandestini in Italia e per il mondo. Le questioni che vengono trattate: Da dove deriva il razzismo; Quanto sono razzisti gli italiani; Perché per alcuni i neri non hanno mai ragione; Chi sono i razzisti più grandi; Perché secondo la protagonista del romanzo il populismo non sarà mai il suo Dio; Che c’entra il Vaticano con gli immigrati; Perché alcuni cittadini vengono chiamati razzisti di merda; I neri vengono sfruttati con dei lavori più sporchi; In che senso gli stranieri portano malattie; Come mai alcuni sono contro le altre razze; Come si supera il razzismo; ….