Cosa aveva trovato Salvatore tornando a casa? La città era la stessa, pure le persone erano le stesse, ma tanti amici non c’erano più, c’erano volti nuovi in giro, gente che voleva avere il sopravvento. Elvina voleva che se ne andasse lontano, ma Salvatore non riusciva a staccarsi dal suo paese. Per quelle strade piene di immondizia correva la sua anima, ma non era più l’anima guagliona. Salvatore credeva di essere superiore agli altri, ma gli anni in carcere lo avevano invecchiato, la calma e il desiderio di stare solo si erano imposti sull’irruenza. Era difficile vivere adesso in quel paese già difficile. C’era una guerra in corso e voleva le sue vittime. Chi doveva essere la prima? Lui stesso? Suo figlio Antonino? O Ciretta? Ciretta sognava una famiglia, un marito, qualche figlio, voleva una casa bella, nuova, un balcone da cui affacciarsi per guardare fuori, parlare con la gente che passava sul marciapiede, salutare chi stava nel palazzo di fronte. Antonino le diceva:”Non devi avere paura, io ti sarò sempre vicino.” Antonino aveva tanti amici, gran parte della giornata la trascorreva in strada assieme a loro. Salvatore non capiva cosa stava succedendo, Michele non gli diceva nulla, diceva solo di stare attento, di tenere gli occhi aperti. Salvatore voleva solo essere lasciato in pace, voleva stare con la moglie Adele. Quella sera Adele vide la motoretta venirle incontro, andava piano, lungo il marciapiede, traballando sulle ruote come se stesse per rovesciarsi.