Consigliata ad un pubblico 14+
EUTANASIA: “Morte a fin di bene”. Ancora oggi questa pratica solleva numerose discussioni nella società moderna, ma nei decenni passati, l’eutanasia era una pratica comune. Che fosse alimentata dalla povertà o dalle scarse conoscenze mediche, l’eutanasia veniva usata abitudinariamente per dare una “fine dignitosa” al morente. Nel XXI secolo invece, i progressi della scienza hanno portato l’essere umano a morire lentamente. “Quanti di voi avranno assistito alle sofferenze di un parente in agonia per via degli stenti e dei dolori causati da una malattia?” La coinvolgente storia che si racconta in questo libro attraversa tre generazioni, ognuna con la sua cultura, trasportando il lettore nella visione dei tempi passati. Solo alla fine della lettura, potrete chiedervi se l’eutanasia sia davvero il modo migliore per morire con dignità. Che sia ancora sospesa tra mito e realtà, avvolta da un’aura di mistero e controversie, la figura dell’Accabadora nella tradizione sarda è leggendaria. Nella remota isola dei tempi che furono, si aggirava nel buio della notte una donna dall’abito nero e, tra i silenziosi viottoli del paese i suoi passi felpati sussurravano la morte. Sotto il chiarore della pallida luna, il suo discreto bussare scuoteva gli animi dei parenti radunati al capezzale del moribondo e come un freddo respiro entrava nelle case, scivolando come un’ombra macabra tra le stanze. Il suo compito è inevitabile e la notte sua complice resta muta e silente. Solo l’alba porterà la voce del triste annuncio nel paese, ma non per Biagio e Antonino, due ragazzi che di nascosto hanno pedinato per caso l’Accabadora, scoprendo un’agghiacciante realtà. Silenzi, intrighi e inseguimenti, accompagneranno i fanciulli in una tortuosa scoperta di brividi e morte. Saranno pronti a scoprire la verità? E cosa accadrebbe se la donna scoprisse di essere seguita? Quale sarà la sua vendetta? Questa è la storia dell’ultima Accabadora: Sacerdotessa senza altari, fautrice di morte o donatrice di pace eterna…