“Lembi di fasce al profumo di nardo”, racconta ciò di cui l’uomo fa esperienza nella sua vita: della relazione. Una relazione con il mondo, con gli altri, con sé stesso e con Dio. La sfida del provare a scoprire i moti dell’anima, il travaglio interiore che l’uomo deve, in qualche modo superare, per erigersi a testa alta dinanzi a tutto ciò che è degno e proporzionato a lui. Tra le righe il cammino dell’anima è stato suggerito e funge da analogia al cammino che Sant’Ignazio propone nei suoi “Esercizi Spirituali”. Non abbiamo dimenticato la natura del testo: è un romanzo e come tale è la narrazione di una storia che si dirama in tante piccole radici, le quali si intrecciano sullo sfondo delle tematiche cruciali sia per la morale che per l’antropologia. Dunque, aborto, alcoolismo, traumi affettivi; ma anche il gustare l’amore di Dio e la libertà di figli alla luce della propria identità personale. Una storia di perdono, attraverso la quale si celebra la bellezza della famiglia. Il romanzo dà voce alla necessità di morire per rinascere. Le fasce alludono a quelle con cui Maria avvolge Gesù alla nascita; le quali ritornano al momento della deposizione dalla croce. Morte e vita insieme. Ma la morte non ha l’ultima parola sulla vita, che redenta, profuma di nardo.