È pensiero comune confondere il fato col destino. Nanadù è un ragazzo che si appresta ad affrontare il mondo e il proprio destino ma soprattutto si ritroverà ad affrontare sé stesso e il fato. Nato nella famiglia più nobile della tribù, il padre, capo cacciatore, ripone grandi aspettative in lui e pretende che un giorno prenda il posto che oggi è il suo, aspettative da cui non può sottrarsi ma che rischiano di schiacciarlo. Al proprio fianco ha il nonno, anziano del villaggio, che con infinita saggezza lo incoraggia a seguire la propria natura e la madre che sostenendolo e consigliandolo con amore e dolcezza, cerca di farlo crescere in modo naturale. Dopo la cerimonia che segna il passaggio dall’infanzia alla maturità, Nanadù si troverà a prendere delle difficili e importanti decisioni che lo porteranno lontano dalla propria famiglia e dalla terra natia. Tradirà i sogni del genitore, sotto la spinta del destino che sente doversi compiere. Partirà per un lungo viaggio durante il quale vivrà avventure affascinanti e drammatiche che ne faranno un uomo forte e consapevole; troverà amici e alleati, affronterà draghi e mostri fino a rischiare la vita. Girerà il mondo imbarcato sul León, un galeone pirata, si nasconderà nella bocca della balena Civ per sfuggire ai tritoni e nuoterà fra le braccia del suo grande amore, la sirena Xivi, che gli insegnerà l’amore e l’abbandono. Anni dopo, tornato a casa, la madre e il padre troveranno un Nanadù molto cambiato, un Nanadù uomo.