Sulla pandemia che ha sconquassato l’umanità intera e che si spera possa essere domata dai vaccini, si è scritto molto ed i giornali hanno trovato su questo argomento motivo di discussione a non finire. In questo libro non ho voluto fare una cronistoria di tutti i tragici avvenimenti che in questi anni hanno indelebilmente marcato la memoria collettiva. Ho invece messo insieme elementi autobiografici, come il viaggio ed il ritorno dal Brasile, con altri fantasiosi, come la guarigione e la quarantena ed altri ancora addirittura di fantascienza, come la presenza di un alieno, Kenobi, che ricopre un ruolo chiave nel racconto. Questo ultimo elemento è già presente in un altro mio libro (“Uomini ed Alieni”) che rappresenta la cornice entro la quale il presente racconto va collocato. La pandemia è stata opera degli alieni che hanno voluto con ciò dare un segnale forte a tutto il genere umano perché intraprenda una strada alternativa all’attuale “società dominante”. Una “società comunitaria” che attualmente rappresenta solo un’utopia, ma che per il protagonista ha un riferimento ben preciso: corrisponde a quella che ha visto sul pianeta Kronos, di cui Kenobi è il responsabile, e che coincide con il progetto divino che si pone come obiettivo la felicità di tutte le specie viventi! È sconsolante la conclusione a cui arrivano entrambi: i “poteri forti” attualmente esistenti impediranno che questa pandemia venga interpretata in questo modo e che quindi questo segnale forte venga recepito per intraprendere una strada alternativa; ciò significa che la prospettiva per il genere umano è tutt’altro che rosea.