L’io parlante in tutte le storie esposte nel testo è la stessa autrice, portatrice di handicap motorio, la quale presenta una ben definita soggettività, bisognosa tuttavia di avere accanto qualcuna capace di capire i suoi calcoli mentali e di esserne il braccio operativo. Ma ciò che più importa sottolineare è il non troppo latente invito rivolto al lettore di riflettere su una serie di temi scottanti, che disegnano in gran parte il tessuto della nostra epoca civile: il tema della disabilità che non riesce a diventare problema sociale; il tema dell’immigrazione; il tema dei rapporti umani tra persone di diversa cultura ed esperienza di vita; il tema etnico a fronte degli stessi rapporti umani, e via dicendo. Tanti temi, tanti motivi di riflessione e di discussione si scovano in questo testo di Paolina Abbate che, al solito, sottolinea la sua propensione a viaggiare nel sociale e per il sociale.