Guido Araldo nel suo libro propone un viaggio virtuale tra miti arcani e antiche leggende conducendo una dettagliata analisi di tipo comparatistico tra varie opere, con particolare attenzione alla “Divina Commedia” di Dante. Tali opere, differenti tra loro per cronologia e contenuto, sono accomunate dall'individuazione di un percorso iniziatico, conducente alla maturazione interiore dei protagonisti. Un cammino di conoscenza che attraversa un percorso buio, la selva oscura di Dante, per arrivare infine alla luce rischiaratrice della sapienza suprema: "la virtute e canoscenza" che hanno portato gli uomini nel corso dei secoli a sfidare i limiti più insormontabili. L’analisi è interamente incentrata su una doppia lettura delle opere adducendo collegamenti ideologici ed esoterici a lungo insospettabili e accessibili solo a quanti sanno andare oltre la superficie. L’autore dimostra che l’opera maestra di Dante nasconde insospettati riferimenti alla simbologia dei Tarocchi riferendosi in modo particolare alla loro funzione esoterica o didattica piuttosto che ludica o divinatoria, stessi elementi inaspettatamente riscontrabili anche in antri capolavori come “Pinocchio” o “Biancaneve”. Emblema di tale processo agnostico diventa la civetta identificata nella figura di Matelda che, nonostante varie interpretazioni contraddittorie tra loro, è simbolo di saggezza di conoscenza, una conoscenza che si addentra oltre il substrato di ogni cosa penetrando nel buio più profondo.