Nella vita è facile trovarsi in situazioni in cui si è colpiti dalla sventura, il male morale e il male inteso come sofferenza fisica e psichica possono colpirci singolarmente, ma a volte anche collettivamente, persino a livello storico. Perché Dio permette questo male all’interno delle nostre vite? Il presente testo tenta di dare una risposta a questa domanda addentrandosi nella “teodicea”, una branca della filosofia e della teologia che approfondisce queste tematiche. L’autrice risponde attraverso quattro saggi collegati tra loro: un primo saggio filosofico sull’opera di Oswald Spengler, un secondo saggio di critica letteraria sul poema “Faust” di Goethe, un terzo saggio teologico sul “Libro di Giobbe” presente nell’Antico Testamento e un quarto saggio filosofico sul pensatore tedesco Leibniz. Il confronto con questi testi conduce il lettore a una riflessione sul valore morale della buona volontà e dell’impegno del singolo e della collettività, ma a molto altro ancora. Il libro termina con un’originale conclusione sullo Spirito Santo che, dopo le prove a cui siamo sottoposti, è il solo a poterci consolare, oltre a poter dare sia a noi, sia alla collettività, quella spinta creativa in grado di far rinascere una civiltà e far rifiorire la nostra vita.