“…ho amato il nonno, che venero quale mio primo educatore...” “A diciotto anni ero orfano e senza casa. Scelsi la condizione di soldato…Trovai nell’Esercito il mio focolare domestico…” “...Sin dall’inizio del mio servizio, la cavalleria pesante fu l’arma per la quale nutrii sempre la più forte predilezione Le sue particolari caratteristiche e il suo impiego tattico trovavano la massima rispondenza nelle mie inclinazioni e nella mia indole…” Così giudicò l’Esercito trovato nel Lombardo-Veneto: ”I soldati sono ben vestiti e ben nutriti, ma sprofondati in una piacevole sonnolenza, perché si sono convinti che il caldo sia nocivo alla salute d’estate e il freddo lo sia in inverno…So ben io che non basta indossare una uniforme pulita per essere un vero soldato…I generali sono, per lo più, ignoranti…”. Alla figlia Friederike: "Tu vedi, adorata Friederike che con l'aiuto di Dio , quattordici giorni dopo aver preso l'offensiva sono giunto felicemente a Milano e ho stabilito il mio quartier generale alla Villa Reale , ho battuto Carlo Alberto in quattro accaniti combattimenti”. “…Il freddo temprerà i miei soldati…li trasformerà da uomini di ferro in uomini d’acciaio. L’Armata d’Italia sarà la custode invincibile dell’integrità dell’Impero e della famiglia imperiale…” Così rispose quando gli consigliarono di farsi proteggere da una scorta: “ Proprio perché sono il comandante, l’uomo più potente del Regno, non voglio alcuna protezione. Cosa ne penserebbero i miei soldati e i cittadini ? ne dedurrebbero che io sia debole e timoroso in casa mia e che la situazione dell’ordine pubblico sia compromessa al punto d’abbisognare di una scorta ! Giammai ! molto meglio correre il rischio di un pericolo relativo, che dare pubblica ragione e considerazione ai liberali, ai carbonari, ai mazziniani e ai terroristi ! “. “…Qui ogni concessione di grazia non ha mai avuto altro effetto, se non di provocare altre congiure… . Tuttavia come potrò giungere ad una vera pacificazione applicando la severità ? ….Le condanne e le punizioni incessanti mi opprimono, e tuttavia non mi rimane altro…Un’esistenza veramente triste la mia…”