L’inquisizione nasce nei secoli XII - XIII per contrastare il diffondersi delle eresie popolari e, a cominciare da Papa Innocenzo III, i pontefici affidarono a delegati, nominati direttamente, la funzione d’inquisire i responsabili di delitti contro la dottrina cattolica, per ottenerne l’abiura e l’espiazione del reato commesso. Nel contempo il Sant’Uffizio si adoperò per assicurarsi dall’imperatore e dai sovrani locali la disponibilità a far seguire dai Tribunali competenti le pene comminate. L’inquisitore interrogava i presunti colpevoli, alla presenza di testimoni e gli imputati, privi di difensori, subivano a volte la tortura, veicolo d’una rapida “confessione”. I beni dei condannati venivano confiscati e suddivisi tra le autorità ecclesiastiche e quelle civili. Esisteva spesso disparità di comportamento tra i Tribunali ecclesiastici e, a titolo esemplificativo, cito il caso di quello francese e spagnolo che, dal secolo decimo quinto cessarono di occuparsi di processi di stregoneria.