La conquista militare piemontese del Regno delle Due Sicilie, avvenuta in conseguenza della cinica visione politica cavouriana, ampiamente sostenuta dalle maggiori potenze dell’epoca, Francia e Inghilterra, e dalla massoneria internazionale scatenò nelle province duo siciliane una fiera e accanita ribellione da parte di tutte le classi sociali. Centinaia di migliaia di patrioti duo siciliani, tra cui ex soldati borbonici, ex garibaldini, rifiutarono di accettare il risultato della farsesca votazione plebiscitaria e, armandosi alla meglio, tennero in scacco per ben dieci anni, dal 1860 al 1870, le organizzate e agguerrite forze militari piemontesi prima, italiane dopo. Furono scritte pagine orrende per la storia dei popoli civili; quella ribellione partigiana fu sconfitta solo in virtù di provvedimenti ed azioni militari che ricordano, molto da vicino, le stragi naziste di Marzabotto e di Sant’Anna di Stazzema. Una vergognosa complicità ha accompagnato e tuttora accompagna una cappa di silenzio quasi surreale, a tratti squarciata da coloro che, ancora oggi, sentono l’orgoglio delle proprie radici e la necessità che la verità debba finalmente trionfare. La cultura del silenzio, della mistificazione storica ha già attraversato due secoli. Non può, non deve passare indenne attraverso il terzo. Deve essere necessariamente fermata prima che la polvere della storia si stratifichi su di essa irrimediabilmente.
”Un’altra fondamentale tappa sulla ricostruzione della verità storica intrapresa dall’Autore per rendere un doveroso omaggio al valore e alla dignità di un popolo.” Salvatore Libischi