“Insegnare con passione – Travailler sans travailler” è l’opera prima di Antonia Dartizio, pubblicata nel giugno 2013. Prenderla fra le mani e sfogliarla, come si fa per ogni nuovo libro, appare leggera e snella sua piacevole veste tipografica, priva di alcuna sensazione negativa che si possa manifestare nell’immediatezza della visione. A cominciare dal titolo, “Insegnare con passione”, la Dartizio mette a nudo quel che è il tanto discusso insegnamento nella nostra Italia d’oggi. È un mondo proprio che non permette fraintendimenti, equivoci, dubbi, temporeggiamenti e svagatezze di sorta. È, come ce lo fa anche intendere nel raccontarlo, uno spazio della vita umana in cui, lavorando senza stancarsi e senza alcuna sosta, occorre ampia conoscenza, costanza di impegno, “passione”, missione e abnegazione, quasi sacerdotali. In verità, con esso si ha nelle mani la crescita cognitiva ed educativa dei giovani, insieme alla loro famiglia e alle altre istituzioni e organismi sociali, che vanno risanati in tutta la loro esistenza. Lei ci fa capire che chi ama il lavoro che svolge, lo fa sino al punto da appuntarlo, raccontarlo, esprimendone il senso vero e l’inequivocabile essenzialità, per la buona salute morale e sociale che lo sottende in tutta la sua natura altruistica. “Volere è potere”, “Ma ora che facciamo?”,“Rispetto delle regole”, afferma lei nell’Opera. Una triade didascalica che l’ha portata a insegnare la tanto amata lingua gallica per quarant’anni, senza defezioni alcune, pur nell’eroismo silenzioso del fare per dare. Una lingua appresa a scuola, all’università, nei viaggi in Francia, insieme al pazientoso consorte Antonio, quindi insegnata con metodologie attraenti e in collaborazione con docenti italiani e francesi, a tutto beneficio dei giovani che le venivano affidati nel suo insegnamento. “Fare i giovani protagonisti della loro crescita” è stato l’assioma didattico della Professoressa Dartizio, pur in un dinamismo scolastico, mai inefficace, coinvolgente e tanto generatore di entusiasmo dell’apprendimento giovanile.
Confessioni in cui mi ci ritrovo moltissimo, a volte mi è sembrato di leggere passi della mia esperienza lavorativa, momenti di vita vissuta. Condivido senza dubbio la passione per la francofonia e per questa "missione" ,visto che per me il lavoro dell'insegnante è esattamente tale quando il docente ha tutti i requisiti dell'educatore e poi e poi......tanto altro ...il CUORE in principio......
libro molto interessante
Si nota la passione dell'autrice per l'insegnamento che è molto rara in questi tempi in cui il docente è pagato poco.La sua dedizione diurna ed in parte nottturna le hanno fatto esogitare metodologie nuove ed avanzate che le hanno permesso di avere molto successo con gli alunni,nonostante alcune incomprensioni di alcuni colleghi e dirigenti.Il libro potrebbe essere un buon strumento che serva come spunto per nuovi docenti di lingua francese.
Consiglio a tutti e non solo agli insegnanti la lettura di questo libro, che è il diario di una persona che ha dimostrato tutto l'amore con cui ha fatto il suo lavoro sin dai primi anni di insegnamento! Il libro secondo me evidenzia un percorso sempre in crescita nell'apprendimento del "come insegnare" avvalendosi man mano di tutti i mezzi che oggi si avrebbe a disposizione per interessare l'alunno ma che pochi insegnanti utilizzano! È un forte messaggio verso tutti quegli insegnanti rimasti ancorati ai vecchi metodi di insegnamento che oggi risultano semplicemente "fuori tempo"! Percio' questo libro dovrebbe essere preso come stimolo a "studiare" in primus dai docenti! Sei forte Antonietta !!
Alla cortese Attenzione dei docenti…in modo particolare dei docenti di Lingua straniera. Vorrei sottoporre all’attenzione dei docenti, un libro che ho appena finito di leggere: -Insegnare con passione- “Travailler sans travailler”.Dal titolo si deduce che l’autrice è una docente di lingua francese:Antonia Dartizio. Ha lavorato con me molti anni a Matera per cui conosco direttamente l’impegno, lo zelo e la passione con cui ha affrontato l’attività didattica ed educativa. Negli anni scorsi è stata una delle prime docenti ad utilizzare una piattaforma europea per gli insegnanti, per incontrare colleghi, scambiare idee e realizzare progetti collaborativi, in gergo “Twinning”. A me è piaciuto molto il libro,soprattutto nella prima parte,quella autobiografica e professionale nei vari paesi: Bernalda,Scanzano,Montalbano e Matera.Mi ha particolarmente colpito la sua rimandatura,nel suo periodo adolescenziale, con 5 in Francese durante la Scuola Media a Grassano. Al professore di Francese,se è ancora in vita, dovrebbe venire qualche scrupolo se ha rimandato con 5 una futura e brava docente di Francese. Questo la dice lunga sul comportamento, sull’equilibrio e sull’oggettività nella valutazione di alcuni docenti, per fortuna sono la minoranza. Si evidenzia nel libro la sua difficoltà,come ragazza dei nostri paesi nei primi anni”70”a potersi recare in Francia ad imparare direttamente la lingua. L’entusiasmo della sua attività professionale nei vari paesi e,qualche volta, le delusioni incontrate per poca collaborazione di alcuni docenti e di qualche dirigente. Per fortuna ha anche incontrato insegnanti e dirigenti che l’hanno incoraggiata e supportata. Preparava i suoi progetti e lavori utilizzando fino a notte inoltrata il computer. Invitava,spesso a sue spese e casa sua,docenti di madre lingua per preparare meglio gli alunni. Oltre alle solite corrispondenze dei ragazzi italiani con quelli stranieri,ha promosso dei gemellaggi con alcune classi francesi che si sono incontrati presso la nostra scuola,dove hanno svolto in classe delle attività didattiche. Alunni nostri alunni, in lingua francese hanno fatto da guida turistica ai ragazzi francesi,spiegando i nostri monumenti,le nostre chiese ed i Sassi. Nel libro ci sono anche recite in lingua francese e spunti didattici che possono essere utili come punto di partenza per altri docenti di lingua straniera. Nella parte finale del libro Antonia consiglia una maggiore collaborazione fra i docenti che è più auspicabile che realizzabile,per le oggettive difficoltà di sapersi rapportare con i colleghi. C’è sempre qualcuno,secondo me, nel consiglio di classe che pensa di essere superiore agli altri e di imporre le sue idee a chi mal sopporta di essere condizionato. Siamo stati,probabilmente abituati da studenti all’individualismo competitivo, per cui dobbiamo proporre maggiormente, come docenti, il lavoro di gruppo ai nostri alunni per abituare i futuri professionisti,docenti compresi, a lavorare meglio in equipe. Antonia Dartizio,dal mio punto di vista, ha scritto questo libro,oltre per comunicare agli altri le sue esperienze anche per una sorta di terapia “del dolore”,essendo andata in pensione con me nell’anno 2011, per mitigare o per rimuovere il distacco dalla Scuola nella quale era completamente immersa. Infatti il suo rimpianto è quello di essere costretta a mollare un’attività nella quale aveva acquisito una esperienza internazionale di contatti e di abilità. Alla cortese Attenzione dei docenti…in modo particolare dei docenti di Lingua straniera. Vorrei sottoporre all’attenzione dei docenti, un libro che ho appena finito di leggere: -Insegnare con passione- “Travailler sans travailler”.Dal titolo si deduce che l’autrice è una docente di lingua francese:Antonia Dartizio. Ha lavorato con me molti anni a Matera per cui conosco direttamente l’impegno, lo zelo e la passione con cui ha affrontato l’attività didattica ed educativa. Negli anni scorsi è stata una delle prime docenti ad utilizzare una piattaforma europea per gli insegnanti, per incontrare colleghi, scambiare idee e realizzare progetti collaborativi, in gergo “Twinning”. A me è piaciuto molto il libro,soprattutto nella prima parte,quella autobiografica e professionale nei vari paesi: Bernalda,Scanzano,Montalbano e Matera.Mi ha particolarmente colpito la sua rimandatura,nel suo periodo adolescenziale, con 5 in Francese durante la Scuola Media a Grassano. Al professore di Francese,se è ancora in vita, dovrebbe venire qualche scrupolo se ha rimandato con 5 una futura e brava docente di Francese. Questo la dice lunga sul comportamento, sull’equilibrio e sull’oggettività nella valutazione di alcuni docenti, per fortuna sono la minoranza. Si evidenzia nel libro la sua difficoltà,come ragazza dei nostri paesi nei primi anni”70”a potersi recare in Francia ad imparare direttamente la lingua. L’entusiasmo della sua attività professionale nei vari paesi e,qualche volta, le delusioni incontrate per poca collaborazione di alcuni docenti e di qualche dirigente. Per fortuna ha anche incontrato insegnanti e dirigenti che l’hanno incoraggiata e supportata. Preparava i suoi progetti e lavori utilizzando fino a notte inoltrata il computer. Invitava,spesso a sue spese e casa sua,docenti di madre lingua per preparare meglio gli alunni. Oltre alle solite corrispondenze dei ragazzi italiani con quelli stranieri,ha promosso dei gemellaggi con alcune classi francesi che si sono incontrati presso la nostra scuola,dove hanno svolto in classe delle attività didattiche. Alunni nostri alunni, in lingua francese hanno fatto da guida turistica ai ragazzi francesi,spiegando i nostri monumenti,le nostre chiese ed i Sassi. Nel libro ci sono anche recite in lingua francese e spunti didattici che possono essere utili come punto di partenza per altri docenti di lingua straniera. Nella parte finale del libro Antonia consiglia una maggiore collaborazione fra i docenti che è più auspicabile che realizzabile,per le oggettive difficoltà di sapersi rapportare con i colleghi. C’è sempre qualcuno,secondo me, nel consiglio di classe che pensa di essere superiore agli altri e di imporre le sue idee a chi mal sopporta di essere condizionato. Siamo stati,probabilmente abituati da studenti all’individualismo competitivo, per cui dobbiamo proporre maggiormente, come docenti, il lavoro di gruppo ai nostri alunni per abituare i futuri professionisti,docenti compresi, a lavorare meglio in equipe. Antonia Dartizio,dal mio punto di vista, ha scritto questo libro,oltre per comunicare agli altri le sue esperienze anche per una sorta di terapia “del dolore”,essendo andata in pensione con me nell’anno 2011, per mitigare o per rimuovere il distacco dalla Scuola nella quale era completamente immersa. Infatti il suo rimpianto è quello di essere costretta a mollare un’attività nella quale aveva acquisito una esperienza internazionale di contatti e di abilità. ? ? Alla cortese Attenzione dei docenti…in modo particolare dei docenti di Lingua straniera. Vorrei sottoporre all’attenzione dei docenti, un libro che ho appena finito di leggere: -Insegnare con passione- “Travailler sans travailler”.Dal titolo si deduce che l’autrice è una docente di lingua francese:Antonia Dartizio. Ha lavorato con me molti anni a Matera per cui conosco direttamente l’impegno, lo zelo e la passione con cui ha affrontato l’attività didattica ed educativa. Negli anni scorsi è stata una delle prime docenti ad utilizzare una piattaforma europea per gli insegnanti, per incontrare colleghi, scambiare idee e realizzare progetti collaborativi, in gergo “Twinning”. A me è piaciuto molto il libro,soprattutto nella prima parte,quella autobiografica e professionale nei vari paesi: Bernalda,Scanzano,Montalbano e Matera.Mi ha particolarmente colpito la sua rimandatura,nel suo periodo adolescenziale, con 5 in Francese durante la Scuola Media a Grassano. Al professore di Francese,se è ancora in vita, dovrebbe venire qualche scrupolo se ha rimandato con 5 una futura e brava docente di Francese. Questo la dice lunga sul comportamento, sull’equilibrio e sull’oggettività nella valutazione di alcuni docenti, per fortuna sono la minoranza. Si evidenzia nel libro la sua difficoltà,come ragazza dei nostri paesi nei primi anni”70”a potersi recare in Francia ad imparare direttamente la lingua. L’entusiasmo della sua attività professionale nei vari paesi e,qualche volta, le delusioni incontrate per poca collaborazione di alcuni docenti e di qualche dirigente. Per fortuna ha anche incontrato insegnanti e dirigenti che l’hanno incoraggiata e supportata. Preparava i suoi progetti e lavori utilizzando fino a notte inoltrata il computer. Invitava,spesso a sue spese e casa sua,docenti di madre lingua per preparare meglio gli alunni. Oltre alle solite corrispondenze dei ragazzi italiani con quelli stranieri,ha promosso dei gemellaggi con alcune classi francesi che si sono incontrati presso la nostra scuola,dove hanno svolto in classe delle attività didattiche. Alunni nostri alunni, in lingua francese hanno fatto da guida turistica ai ragazzi francesi,spiegando i nostri monumenti,le nostre chiese ed i Sassi. Nel libro ci sono anche recite in lingua francese e spunti didattici che possono essere utili come punto di partenza per altri docenti di lingua straniera. Nella parte finale del libro Antonia consiglia una maggiore collaborazione fra i docenti che è più auspicabile che realizzabile,per le oggettive difficoltà di sapersi rapportare con i colleghi. C’è sempre qualcuno,secondo me, nel consiglio di classe che pensa di essere superiore agli altri e di imporre le sue idee a chi mal sopporta di essere condizionato. Siamo stati,probabilmente abituati da studenti all’individualismo competitivo, per cui dobbiamo proporre maggiormente, come docenti, il lavoro di gruppo ai nostri alunni per abituare i futuri professionisti,docenti compresi, a lavorare meglio in equipe. Antonia Dartizio,dal mio punto di vista, ha scritto questo libro,oltre per comunicare agli altri le sue esperienze anche per una sorta di terapia “del dolore”,essendo andata in pensione con me nell’anno 2011, per mitigare o per rimuovere il distacco dalla Scuola nella quale era completamente immersa. Infatti il suo rimpianto è quello di essere costretta a mollare un’attività nella quale aveva acquisito una esperienza internazionale di contatti e di abilità. ?
Commovente la prefazione, avvincente tutto il resto…soprattutto utile l’idea che l’alunno non è più (o non lo è mai stato) nè un vaso da riempire nè una fiamma da accendere…. perchè lui è già acceso… a noi spetta farlo ardere nel modo e nella direzione giusta per lui…. GRAZIE a nome della nuova generazione di insegnanti!!! a presto! Anna Maria
Voglio iniziare con il fare i complimenti ad Antonietta per il suo libro, così diretto ed emozionante. Premetto che io non sono un’ insegnante ma dalle lettura di queste pagine ho compreso perfettamente l’amore e la passione che Antonietta ha avuto e ha tuttora per il suo lavoro. Sin da bambina aveva capito che l’insegnamento sarebbe stato lo scopo della sua vita e l’ha portato avanti con grande dedizione, trasmettendo ai suoi alunni non solo una bellissima lingua ma valori di vita. Credo che tutti dovrebbero svolgere il proprio lavoro con amore e rispetto, qualunque esso sia, perché ricordiamo che il lavoro fa parte della nostra vita e ci nobilita. E proprio tali valori emergono chiaramente dalle parole di Antonietta. Perciò, consiglio la lettura di questo bellissimo libro a tutti perché è una storia vera molto travolgente e che lascia importanti insegnamenti.