Dopo aver trascorso 13 anni in carcere, Arshad ha dedicato il suo tempo non solo allo studio ma a cercare di comprendere le problematiche della sua comunità presente in Italia. Infatti nel libro illustra la cultura Pakistana, con una piccola sintesi sulla nascita dello Stato Pakistano, spiegando come poter vivere tra queste due culture, quella occidentale e la sua del Pakistan, e come potersi integrare senza abbandonare le proprie radici. Durante la sua carcerazione, il padre di Arshad viene assassinato, la particolare stima nei confronti del padre gli fa vivere un periodo nero e pieno di sofferenza, infatti all’interno del libro ha voluto pubblicare una lettera al genitore. Lo spirito che Arshad ha voluto esprimere in questo suo lavoro si racchiude in un’espressione che lo contraddistingue, per la morte del genitore ha sempre chiesto giustizia, non vendetta. Tramite questo libro l’autore vuole fare un appello alla comunità pakistana: fare un passo avanti per il futuro. Cosa molto significativa, Arshad ha sempre ammirato la forza e lo spirito di due Italiani che hanno dedicato la propria vita per i cambiamenti e la giustizia, come Falcone e Borsellino.
Questo libro come pakistano mi é piaciuto e vorrei dire ai italiani di leggerlo