"Con queste scintille liriche del suo vivere, sentire e amare, Matteo esprime la mancanza di qualcosa nella sua vita, che tutti noi abbiamo provato, ma anche la fede in qualcosa che stiamo ancora cercando. Con la sua vena ora nostalgica, ora celebrativa, ma sempre rivolta ad una crescita di nascere, morire ed evolversi delle cose, sembra che Matteo scavi nel suo io più profondo e trovi nella rugiada del suo essere l’autentico amore, regalando l’invito ad amare fino alla fine, senza lasciare mai niente al caso. In ogni suo verso emerge forte il dialogo costante, a volte sereno, a volte irrequieto, con la propria coscienza.” [Luciana Dolci]