Questa seconda silloge è una raccolta di piccoli quadri emozionali che trattano dell’amore nelle sue molteplici declinazioni. Momenti in cui l’azione è rarefatta se non assente, in cui le emozioni regnano in un mondo evocativo, in attesa di qualcosa o qualcuno. Solo nell’attesa infatti, scopriamo chi siamo. Per il mio sentire, l’emozione è anche artefice della conoscenza, è uno stato psichico fatto di continui abbagli, di immagini che colpiscono l’animo e favoriscono il ricordo delle cose, di noi stessi. È la parte più esposta, la più sensibile, il nostro periscopio sul mondo. Dai miei versi emerge un grande unico bisogno: la pace interiore, l’affrancamento dal dolore di vivere. Quest’ultimo, particolarmente accentuato in questo tempo di pandemia, in cui, più che mai, è necessario che l’amore regni sovrano e illumini le nostre azioni.