Volendo dare un’unica definizione alla raccolta di poesie di Domenico Parillo, la connoteremmo come un canto a più voci. Un canto che, nelle sue molteplici voci abbraccia e celebra l’universo delle cose e dei sentimenti, tuonando talvolta contro l’insipienza umana, talaltra fermandosi a contemplare l’incanto di una natura creata da Dio e per questo ineguagliabile. Un canto che si fa denuncia civile nella constatazione del precipitare inglorioso della razza umana verso l’individualismo e vizio e rimpianto accorato di un passato fatto di cose semplici ma genuine, vere, da custodire oggi come antidoti al niente che avanza. Per questo il poeta Parillo appare come un novello Ulisse, in un nostos del cuore, che è un ritorno ai luoghi e al tempo della giovinezza, gli unici insieme al nido familiare capaci di sostenerlo nel suo osservare e vivere la realtà odierna.