Questo libro raccoglie la pazienza di aspettare e di aspettarsi, di capire e di capirsi, del sedersi al buio a riprendere fiato quando la strada da fare è in salita e tu sei senza acqua né scarpe. Racconta di quattro mura sbiadite che diventavano castelli, di una donna debole che con una penna in mano si sentiva al sicuro. Di traguardi raggiunti dopo mille musate, di sorrisi nati sopra rughe di rassegnazione, di speranze su barche di carta che grazie al coraggio non sono mai affondate.