Il primo capitolo, ci racconta di un ragazzo che ha dovuto fare molto presto i conti con gli avvenimenti della vita, i quali hanno generato in lui la voglia di fuggire perché, alla sua età, il peso degli stessi insegna che una delle soluzioni più veloci per ribaltarli, specialmente quando questi assumono dimensioni tragiche, è la fuga. Il giovane, si rende ben presto conto che la fuga genera tante altre disavventure che comportano rischi, ma allo stesso tempo ci educa ad avere fiducia in noi stessi, nella famiglia, nell’amore che è, e resta, la vera stella polare della vita. Le vicissitudini, oltre a quei punti di riferimento ben fermi, plasmano il modo di essere di quel giovane che avvicinandosi al mare, alle barche, se ne “ammalerà”; l’unica cura per chi viene contagiato da questa malattia, è navigare, infatti, egli diviene nell’animo, ancor prima che nell’arte, un abile marinaio. I dieci capitoli che seguono sono il racconto delle vicende che continua a vivere utilizzando l’istinto, gestito dalla ragione. Lo seguiremo prima attraverso il suo avvicinamento al mare e al mondo dei marinai, poi attraverso le sue prime barche, nonché nell’esperienza unica e meravigliosa della traversata atlantica.