Il libro è diviso in due parti. Nella prima parte si raccontano alcuni frammenti autobiografici, la storia personale dell’autrice ed il percorso che l’ha condotta alla sua formazione, fino a giungere al conseguimento della laurea in psicologia e, poi, al lavoro nel settore socio-educativo. Un cammino particolare, dunque, segnato da una forte spiritualità ed, infine, si evidenzia ciò che l’ha portata a partecipare al suo primo laboratorio in carcere. Nella seconda parte ci si sofferma, in particolare, al mondo delle associazioni e della relazione di aiuto, che si crea tra volontario e recuperando, detenuto/assistito. Ha pubblicato in forma anonima la lettera ricevuta da un detenuto. Ha voluto soffermarsi, seppur brevemente, sulle caratteristiche psicologiche del cambiamento che è, poi, l’obiettivo di chiunque operi nel settore socio-educativo. In conclusione, si lancia un messaggio di speranza, di certo con riferimento al vissuto personale dell’autrice; senza dimenticare la sua fede e le molte persone che, dalla polvere, ha visto rinascere a nuova vita.