Un giovane ricercatore, per un lutto, ritorna nel suo paese d'origine nella Bassa Murgia brindisina. In una battuta di caccia, nella scuola della sua infanzia, trova il diario del maestro Mario Solerto. Attraverso la lettura del diario, negli incontri con i compagni di scuola e degli amici di Solerto, ripercorre la biografia intellettuale, politica e sentimentale del maestro. Fa da sfondo al romanzo la bellezza edenica della Puglia dei trulli contrapposta alla fatica e al dolore dei suoi abitanti, "li ggnammalure", con un finale a sorpresa. Kailìa diventa la metafora dell'Itaca che tutti ci portiamo nell'anima.