IL TERAPEUTA è il ritratto impietoso di una famiglia di possidenti della borghesia rurale. A differenza di quella gattopardesca dei Principi di Salina, questa non si distingue per nobiltà di titoli, di modi, di sentimenti, di aspirazioni, di cultura ma “solo” per una apparente solidità economica. È un segreto molto segreto. Sullo sfondo, si vive un passaggio storico: la famiglia viene inghiottita dalla propria decadenza morale a tutto vantaggio delle etnie emergenti cioè le famiglie di nordafricani che vivono nella altra ala del palazzo. Questi, provenienti dalla più assoluta povertà, si trovano, per una serie di circostanze ad abitare prima, e a impadronirsi poi, di un immobile che aveva conosciuto un notevole prestigio nei secoli scorsi. Le forze del male continuano il loro lavoro senza sosta dando concretezza alla atmosfera angosciosa intuibile fin dalle prime pagine, ma alla fine il tramonto della vita si colora di toni meno foschi nel segno della essenzialità.