Possiamo scrivere dei frammenti angosciosi, sulla vera natura umana, senza chiamare in aiuto i contenuti esterni di una vita, che idealmente starebbero bene ad una sostenuta favola letteraria? Solitamente proprio una tale favola crea un testo letterario leggibile. Traumatizzata, irrequieta, disperata, incurabile, eppure con la necessità ed una forza inimmaginabile parla di sé. Nella psico-biografia, ci sono delle date del dolore, dettagli sublimi della psiche, della vita. Si descrive il luogo di nascita, si delinea il livello di educazione presso le università del (non)senso dove si descrive la morte o i vari modi di morire. Continuamente gira e si rigira nel cerchio delle difficoltà ossessive, di una claustrofobia cosmica che le sono date come un perenne tema per riflettere. Questo libro non è stato scritto per essere applaudito, ma per la necessità di un autentico elettroshock della parola sull’autocoscienza dell’autore e di tutti quegli individui che non hanno l’abitudine di applaudire…