Arturo Cascone, pensionato napoletano, vive tra Terracina e Budapest. Ed è proprio in quest’ultima città, che è vittima e protagonista ignaro, di una storia sconvolgente. Casualmente entra a far parte di una operazione internazionale di dimensioni macroscopiche. Una Task-Force, italiana, ungherese e turca, è impegnata a “spezzare” l’asse Balcanico del traffico di eroina. Che vede implicati la camorra, trafficanti turchi e smistatori ungheresi. Lui, cui è stato affidato l’incarico di corriere diplomatico viaggia sovente tra l’Italia e l’Ungheria, con tappa anche ad Istanbul, in Turchia. Nell’ambito di questa sua attività, si annidano elementi del bene e del male, di questa vasta Operazione. Commette l’errore di cedere alle lusinghe di una mezzosoprano ungherese, moglie dell’addetto militare all’Ambasciata Italiana di Budapest. Ildikò, donna bellissima, innamorata di Napoli di cui è assidua frequentatrice anche al di fuori della sua attività canora. Ad Arturo, che è un uomo tranquillo, tutto questo “bene”, così donatogli su di un vassoio d’argento, lo insospettisce. Prova a capire, ma commette un errore madornale! E, da quel momento, per lui sono guai: seri. Ad Istanbul, in occasione di consegna di valigetta diplomatica ed in visita per assistere ad una perfomance canora di Ildikò, all’Opera di Istanbul, rischia di essere ucciso. Vuole capire e si rivolge all’addetto militare a Budapest. Che lo riceve nella casa della moglie ed, accecato dalla gelosia, avendo scoperto la tresca tra Arturo e la moglie, gli spara. Fortunatamente non lo colpisce, ma è Arturo ad uccidere lui, per difesa. Si consegna alla Polizia, viene arrestato e tradotto in carcere. L’investigatore incaricato delle indagini, scopre che il Cascone è vittima di un complotto. Lo trattiene in carcere, perché è più sicuro. Arturo, non sopporta la reclusione e d’accordo con la Polizia, di notte, viene fatto uscire con la promessa che va in un albergo e dà notizie di sé. Ma non si attiene ai patti e si reca nell’appartamento-alcova, della mezzosoprano di cui ha le chiavi. Ed è lì che dal buco della serratura, da lui nobilitato da bambino e poi, da giovane, in “asola”, che vede quanto non avrebbe mai immaginato di vedere. Un epilogo mozzafiato. Adrenalina anche per il lettore.
Non è facile narrare con semplicità la propria adolescenza e i ricordi di un passato che non c'è più.Almeno così sembra da quel che ho ora letto. Saccone mi sembra ci sia riuscito davvero bene. Mi complimento.
avvincente come e più del precedente. Complimenti