Un romanzo costato quindici anni di lavoro che si snoda, come un fiume in piena, intrecciando con antica maestria la vicenda generazionale di una famiglia con la storia di un paese e di un’epoca. In un’Italia del dopoguerra satura di sofferenze e di destini dispersi ma anche di rinnovate energie e di aspettative rivolte al futuro. Un’operazione narrativa, quella di Pietro Sgambati, che rinvia a precedenti illustri della letteratura italiana, con un marcato e vibrante impasto di storia e racconto, e uno snodarsi di vicende che hanno come filo conduttore un senso del destino accettato con virile rassegnazione. I pregi più significativi di quest’opera possono riassumersi nella saldezza della cornice rappresentata, nell’interesse per lo studio dei personaggi nella cui vita e nei cui gesti s’individuano sovente significati universali ed umani, nella problematica morale e nella compattezza della trama, dove ogni pagina serve a procedere in una direzione e a sviluppare un discorso. Una mobilità dei piani narrativi cui fa riscontro una scrittura densa, sovrabbondante d’informazioni, un senso della storia nutrito di pietà manzoniana, che consente un’analisi a vari strati dei caratteri e dei costumi psicologici e sociali. Se c’è un messaggio di fondo che emerge da quest’opera è l’importanza della riscoperta delle radici. In un mondo avviato verso una incontrollabile globalizzazione, funzionale agli interessi del grande capitale ma indifferente alla vita di milioni di persone, “L’Eterna Illusione” ripropone l’importanza delle tradizioni locali come indispensabile radicamento. Ripropone la necessità di valori di ancoraggio in antitesi alla vertigine del cambiamento. Se è impossibile opporsi alla inesauribile forza espansiva della vita, occorre d’altra parte tener conto che l’animo dell’uomo cerca istintivamente dei punti di riferimento: il bisogno di comunità, il bisogno di riconoscersi in alcuni principi, in alcuni valori di solidarietà e di identità collettiva... Sono queste le ragioni profonde che muovono la scrittura dell’autore. Con un inevitabile sottofondo di malinconia e di angoscia esistenziale e religiosa.
E' una narrativa classica che attraverso circa ottocento pagine troverete una storia d'amore tra due adolescenti inserita in un contesto storico sociale che va dagli anni 1944 al 1964 cioè venti anni di storia italiana, con riferimento al contesto meridionale e particolarmente nell'Agro Nolano della Campania. E' uno di quei libri che raramente troverete nonostante la gran mole di romanzi oggi scritti e pubblicati. Dovrete rinviare agli autori dell'ottocento per rivedere quella narrativa classica di un tempo. L'autore, inserisce realtà e fantasia in un contesto storico in cui sono avvenuti rapidamente mutamenti sociali; dal graduale scomparire della civiltà contadina al rapido inserimento della rivoluzione industriali e dei conseguenti risvolti economici e sociali. Una narrativa che vi terrà sempre attenti perché solo all'ultima pagina del libro avrete modi conoscere la fine della romantica storia dei due giovani. Un libro in cui - come disse un mio lettore - ogni pagina è degna di una profonda riflessione. Leggetelo e non ve ne pentirete anche perché il prezzo è moderato nonostante la lunga stesura d è disponibile anche in Ebook. Grazie.
Caro amico, devo confessare che ho letto solo la metà dell'opera. Per quello che ho sinora esaminato, (circa una metà del volume), nei limiti di una visione parziale, l'Eterna Illusione mi è apparso un romanzo dal ritmo lungo,pacato, quasi fluviale. In esso ho ritrovato una pagina di storia contadina con i sogni, le attese di un mondo letto in chiave nostalgica da chi vede in esso una sorta di paradiso perduto. Le scene di vita rurale, i viaggi per raggiungere le scuole, gli esami fanno parte dei ricordi di una generazione quale la nostra legata a valori e modelli "fuori di questo tempo". Cosa accadrà del tuo Gino (il protagonista) non lo so. Spero di scoprirlo presto e fare una completa recensione. Ti saluto cordialmente. Gaetana Aufiero
Valori indelebili, che i giovani d'oggi dovrebbero fare tesoro! L'eterna illusione, del tessuto sociale italiano, immerso nella pura corsa al capitalismo e alla globalizzazione, senza curarsi dei valori umani della collettivita'! Il Dio denaro, e il potere, hanno disintegrato il senso della vita!Bravo Pietro complimenti!