Ancora oggi la persona di Gesù è avvolta nel mistero. Nessuno di noi l’ha mai visto e nessun documento storico ci trasmette dati sicuri sui suoi caratteri fisici e psicologici. Tuttavia più della sua fisionomia, ci appassiona la personalità di Gesù Cristo. L’identificazione dei tratti fisici non sempre comporta la conoscenza di una persona e non crea la relazione di fiducia e di amore, che costituisce la base per giungere alla comunione reciproca. San Paolo afferma che la conoscenza di Gesù non si realizza alla maniera umana (2Cor 5,16). Lo si conosce amandolo, essendo l’amore l’unica via alla conoscenza di una persona possibile a tutti e in ogni epoca della storia. L’amore, infatti, supera i limiti della conoscenza fisica. È questo l’obiettivo, che sant’Annibale persegue con gli Inni eucaristici, riproposti secondo la multiforme simbologia della tradizione cristiana. Egli vuole facilitare la conoscenza di Gesù vivo e presente nel sacramento dell’eucaristia. La via sensibile del simbolo e la modalità della poesia suscitano la conoscenza intuitiva, che conduce alla verità e fa percepire la realtà nella sua dimensione totale. Molto più è vero per Gesù. Egli, infatti, non si rinchiude nella ricchezza della personalità umana, ma porta con sé l’infinita realtà del suo essere Dio. Nei tratti della sua persona emergono i segni della sua divinità, la cui conoscenza esige ben più di un approccio meramente umano. L’eucarestia è il legame tra Gesù uomo-Dio e ogni persona. La preghiera e la contemplazione dell’eucarestia conducono a conoscerlo, creando la sublime realtà dell’unione reciproca d’amore. La varietà delle prospettive spirituali, che emergono dai titoli eucaristici, dispiega l’inafferrabile personalità di Gesù Cristo e corrobora la preghiera, che percepisce la sua presenza e si lascia attrare dal suo amore, per il quale egli ha scelto di farsi eucaristia e vivere sacramentalmente con noi.