La corporeità è una “condizione” originaria dell’uomo, dalla quale egli non si può distanziare attraverso nessuna riflessione, in cui è immerso e che egli già afferma e attua quando determina se stesso nei suoi atti, quando si avvicina a se stesso e crescendo si realizza in libertà. Ogni realtà dell’uomo ha quindi il carattere della corporeità, raccoglie l’uomo nella sua attualità e presenza mondana. Ogni atto dell’uomo, tanto il più sublime delle sue elevazioni religiose, quanto il più elevato dei suoi pensieri speculativi, in quanto è un atto che completa la sua natura è un incarnarsi del suo spirito e uno spiritualizzarsi del suo corpo. Questa “condizione” fondamentale dell’uomo non è quella di un individuo isolato o di una monade in un cosmo di oggetti, ma quella di una persona sociale in una società storica. L’uomo sperimenta attraverso la sua autocomprensione e autointrospezione teorica, la pluralità di dimensioni della propria esistenza come determinazioni plurali della sua individualità, ma nell’incontro con altri e mediante esso. Questi incontri non sono privati ed intimi, ma sociali e politici. In quanto tali, i rapporti interumani non consistono solo nel guardare, ma nel fare, cioè nel rapporto pratico con altri esseri. Solo in questo rapporto operativo con il suo prossimo e con il mondo circostante l’uomo esperimenta la piena “spiritualità” e “corporeità” degli altri, e con ciò contemporaneamente la sua.
La bellezza del corpo è già rivelazione dell'anima, o della persona. Mi piacciono questi libri.
La bellezza del corpo è già rivelazione dell'anima, o della persona. Mi piacciono questi libri.