Capita a tutti, nella vita, di trovarsi ad affrontare periodi, più o meno lunghi, di sofferenza fisica, morale, sociale e, comunque per tutto ciò che caratterizza l’insieme della nostra esperienza umana, materiale e spirituale. La sofferenza è dolore e il dolore va sempre condiviso perché, come scriveva San Tommaso “...se condiviso, il dolore si dimezza...”. Sì, perché è un’illusione una vita senza dolore e senza gioia. Molti autori, in tutti i tempi, si sono interrogati su questi temi nel cercare una spiegazione al dolore fisico ed emotivo. E allora vogliamo proporre come esempio un caso limite che riguarda tutti: la malattia di un famigliare che necessita di assistenza. A volte il caso si risolve in pochi giorni, altre volte con una più o meno breve degenza ospedaliera ma, a volte capita l’impensabile e inattesa diagnosi di una malattia grave, incurabile e magari nella peggiore delle ipotesi, terminale. In questi casi, la vita delle famiglie viene scombussolata e fa capolino, al loro interno, un senso di sgomento e di paura: sentimenti applicabili anche a molteplici altre esperienze di vita vissuta. All’improvviso ci si scopre impotenti, senza parole e senza più la nostra vita. Le domande, a questo punto, si inseguono: Perché? Perché proprio a me? Vorrei fare qualcosa ma non so cosa e come. Ci si affida a specialisti, professionisti non senza dubbi ma speranzosi, consapevoli della nostra impotenza. E allora, cerchiamo risposte nel nostro intimo, nella nostra sensibilità e nel nostro amore per la persona interessata, specie se bambino, e per la nostra stessa vita. E per chi ha una fede, anche dalla propria formazione religiosa. Ecco, in questo libro si cerca di offrire un momento di serenità, di consolazione e di verità in un orizzonte di senso sugli eventi che segnano ineluttabilmente le nostre vite per ricavarne una razionale, intima gioia e una rinnovata fiducia nella prosecuzione della nostra quotidianità secondo una ritrovata Speranza cristiana. Quello che sembrava debolezza e ferita, è ora fonte di Luce.